domenica 16 maggio 2010

Evidentemente Baudelaire Non Ascolta La Mia Musica


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La musica scava il cielo. – Charles Baudelaire

Ironicamente Matteo Bergamin in arte Primaluce/Adius partendo da questo aforisma del celebre poeta simbolista intitola il suo demotape lasciando presagire influenze di grandi artisti dietro la sua musica e soprattutto un’amara auto-ironia. Evidenti infatti sono i riferimenti ai più grandi maestri della canzone italiana come Renato Zero, Rino Gaetano, Sergio Endrigo, Giorgio Gaber, Piero Ciampi, Luigi Tenco da cui eredita il carisma, l’ironia, lo straniante realismo e la delicatezza che li hanno consacrati come mostri sacri della musica. “Evidentemente Baudelaire non ascolta la mia musica” è un disco spietato ed etereo, dolceamaro, dove si mischiano vaneggi, vicende autobiografiche e non e una solida base culturale sulla quale poggia per esempio “Fiore in Bocca” un’acuta e malinconica canzone ispirata dall’opera pirandelliana. L’isolamento della profonda tristezza della condizione dell’uomo/artista fragile ed incompreso è il tema centrale della canzone e piuttosto ricorrente nei testi del demotape. La claustrofobica sensazione di un ricordo assillante che tormenta è invece il nucleo attraverso cui si snoda “Via Saldini# 23” una ballata malinconica di un amore perduto nel tempo che si ostina a tornare nella mente. La delusione di un mondo privo di amore e il conseguente disinteresse per lo stesso sono i caratteri fondamentali de “L’uomo dagli occhi tristi” che illustra il cambiamento dell’animo umano davanti alla consapevolezza della sua condizione di profonda tristezza e solitudine. Infine l’essenza del disco può essere riassunta da “Uno Rosa e Un Difetto”, una canzone apparentemente allegra ma con una velata malinconia di base che caratterizza tutta l’opera di Primaluce/Adius e riassume con ironia indice di distacco tutte le tematiche citate in precedenza.
In conclusione “Evidentemente Baudelaire non ascolta la mia musica” si prefigura come una demotape vibrante e straniante, ricca di fiori maledetti coltivati dall’autore per lasciarsi ammaliare da un delicato quanto spietato cantautore emergente.

Rosa Coppola